Quando percorriamo il corridoio dei dolciumi al supermercato, il nostro sguardo viene inevitabilmente catturato dai cartelli rossi delle promozioni. Le merendine in offerta sembrano un’occasione imperdibile, soprattutto per le famiglie con bambini che ne consumano abitualmente. Eppure, dietro quell’apparente convenienza si nasconde spesso una realtà ben diversa, che pochi consumatori si fermano ad analizzare con attenzione.
Negli ultimi anni si è diffuso a livello internazionale il fenomeno chiamato riduzione occulta delle quantità, ovvero la diminuzione della quantità di prodotto a parità di confezione e spesso di prezzo. Si tratta di una pratica segnalata da diverse autorità di tutela dei consumatori, come l’Autorité de la Concurrence francese e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in Italia, che hanno più volte richiamato l’attenzione su queste strategie commerciali poco trasparenti.
Il trucco della grammatura ridotta
La strategia è tanto semplice quanto efficace: mantenere la confezione visivamente identica o molto simile all’originale, ma ridurre il contenuto netto del prodotto. Non parliamo di differenze trascurabili, ma di riduzioni che possono raggiungere il 10-20% rispetto al formato precedente. Questo tipo di pratica è stata documentata da diverse inchieste di Altroconsumo e di altre associazioni europee dei consumatori che hanno rilevato diminuzioni di peso in snack, biscotti e merendine a fronte di confezioni esteticamente quasi invariate.
Il risultato concreto? Una merendina che pesa 28 grammi invece di 35, oppure una confezione multipla che contiene 5 pezzi anziché 6, pur occupando lo stesso spazio sullo scaffale. I confronti fotografici e i rilievi di peso effettuati dalle associazioni dei consumatori nei loro test comparativi hanno documentato ampiamente questo fenomeno, mostrando come le aziende riescano a ridurre i costi mantenendo apparentemente invariato il prodotto.
Il problema diventa particolarmente insidioso quando queste versioni alleggerite vengono proposte in promozione. Il prezzo scontato attira l’attenzione, ma raramente ci soffermiamo a verificare se stiamo realmente risparmiando o se, al contrario, stiamo pagando di più per ogni grammo di prodotto acquistato.
Perché è così difficile accorgersene
L’inganno percettivo funziona su diversi livelli. Le confezioni promozionali mantengono dimensioni e grafica quasi identiche a quelle standard, sfruttando la nostra memoria visiva: i consumatori tendono a basarsi sulla dimensione e sull’aspetto del packaging più che sui numeri indicati in etichetta, come mostrano vari studi di marketing sul comportamento d’acquisto pubblicati nel Journal of Marketing Research.
Siamo abituati a riconoscere quel formato e automaticamente lo associamo a una determinata quantità, senza verificare i dati reali. È un automatismo cognitivo che le aziende conoscono bene e sfruttano sistematicamente. Le informazioni sulla quantità netta, pur essendo obbligatoriamente presenti per legge, vengono spesso stampate in caratteri piccoli e posizionate in zone poco evidenti della confezione.
Questo è possibile perché la normativa europea, in particolare il Regolamento UE 1169/2011, richiede che il peso netto sia facilmente visibile e leggibile, ma non impone un corpo minimo particolarmente grande per i caratteri. Mentre il prezzo scontato campeggia in grande evidenza sui cartelli promozionali, il dato fondamentale per calcolare la convenienza effettiva richiede un’attenta ricerca.
L’illusione del risparmio percentuale
Un altro elemento che confonde le acque è la comunicazione dello sconto. Vedere scritto “-30%” genera un’immediata sensazione di affare vantaggioso, ma questa percentuale si riferisce al prezzo, non al rapporto prezzo-quantità. Se il prodotto costa il 30% in meno ma contiene, per ipotesi, il 35% in meno di contenuto netto, il risultato è che stiamo effettivamente pagando di più per unità di prodotto.
Questo meccanismo è descritto in letteratura come trascuratezza del prezzo unitario, cioè la tendenza dei consumatori a non considerare il prezzo unitario quando sono esposti a forti segnali di sconto percentuale. È un bias cognitivo ben documentato che le strategie di marketing sfruttano consapevolmente per orientare le nostre scelte d’acquisto.
Come difendersi e fare acquisti consapevoli
La tutela più efficace parte dalla conoscenza e dall’abitudine a verificare sempre alcuni dati fondamentali prima di concludere l’acquisto. Non si tratta di diventare ossessivi, ma semplicemente di sviluppare alcune semplici abitudini che possono fare la differenza sul lungo termine.
Il prezzo al chilogrammo è il vostro migliore alleato
La normativa europea impone ai punti vendita al dettaglio di esporre il prezzo per unità di misura accanto al prezzo di vendita per la maggior parte dei prodotti alimentari confezionati. Questo obbligo è previsto dalla Direttiva 98/6/CE sul prezzo dei prodotti offerti ai consumatori, recepita in Italia dal Decreto Legislativo 114/1998.

Questa informazione, solitamente riportata in caratteri più piccoli sull’etichetta di scaffale, rappresenta il parametro oggettivo principale per confrontare la reale convenienza tra prodotti diversi o tra versioni diverse dello stesso prodotto. I confronti condotti da associazioni come Altroconsumo, Federconsumatori e altre organizzazioni europee mostrano spesso che la confezione standard, apparentemente più costosa, risulta in realtà più conveniente se rapportata al peso effettivo.
Prendete l’abitudine di controllare sempre questo dato, specialmente quando un prodotto è in promozione. Bastano pochi secondi per fare un confronto che può tradursi in un risparmio significativo nel tempo. Talvolta il formato famiglia ha un prezzo al chilo superiore a quello di formati più piccoli della stessa marca, come evidenziato da diversi confronti pubblicati nei dossier sui prodotti da colazione delle associazioni dei consumatori.
Cosa dice la normativa a tutela dei consumatori
La legislazione italiana ed europea prevede obblighi precisi in materia di etichettatura. Il peso netto o volume deve essere chiaramente indicato sulla confezione del prodotto preimballato, ai sensi del Regolamento UE 1169/2011 e della Direttiva 76/211/CEE sui prodotti preconfezionati. Le indicazioni non devono indurre in errore il consumatore sulla quantità del prodotto, secondo quanto stabilito dal Codice del Consumo italiano negli articoli 21-23 sulle pratiche commerciali ingannevoli.
Non esiste però uno specifico obbligo di evidenziare in modo particolare, sul fronte della confezione, il fatto che una versione promozionale contenga meno prodotto rispetto a una precedente versione. Finché l’indicazione del peso è corretta, leggibile e non vi sono affermazioni fuorvianti sulla quantità, la pratica rimane in linea con la normativa, pur potendo risultare poco trasparente per il consumatore medio.
Se notate discrepanze particolarmente marcate, confezioni che sembrano deliberatamente progettate per ingannare sulla quantità, o informazioni difficilmente leggibili, avete il diritto di segnalare la situazione alle associazioni dei consumatori come Altroconsumo, Codacons o Adiconsum. Potete anche rivolgervi direttamente all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le pratiche commerciali scorrette e alle Camere di Commercio o alla Guardia di Finanza per questioni legate alla corretta indicazione dei prezzi.
Strategie pratiche per la spesa intelligente
Oltre alla verifica del prezzo al chilo, esistono altri accorgimenti utili per evitare di cadere nelle trappole delle false promozioni. Si tratta di piccole abitudini che, una volta acquisite, diventano automatiche e non richiedono particolare sforzo.
- Confrontate sempre le diverse tipologie di offerta disponibili per lo stesso prodotto, controllando il prezzo unitario e non solo lo sconto percentuale
- Utilizzate le app del supermercato o i volantini digitali per verificare l’andamento dei prezzi nel tempo e capire se lo sconto è reale
- Fotografate le etichette dello scaffale quando trovate un’offerta particolarmente vantaggiosa, così potrete confrontarle nelle visite successive
- Fate attenzione alle date di scadenza: prodotti vicini alla scadenza vengono spesso scontati, ma non sempre questa informazione è ben evidenziata
Potrebbero sembrare precauzioni eccessive, ma dedicare pochi secondi in più alla verifica dei dati può tradursi in risparmi significativi nel corso dell’anno. Le analisi sui comportamenti di spesa indicano che una gestione attenta delle offerte e la scelta sistematica del prodotto con miglior prezzo unitario può generare risparmi annuali dell’ordine di alcune decine fino a oltre un centinaio di euro per famiglia.
La consapevolezza nell’acquisto non riguarda solo il portafoglio, ma anche il principio di rispetto verso i consumatori. Premiare con i nostri acquisti le aziende che comunicano in modo trasparente e penalizzare quelle che utilizzano strategie ambigue rappresenta uno strumento concreto per orientare il mercato verso pratiche più corrette.
La prossima volta che una promozione sulle merendine catturerà la vostra attenzione, prendetevi qualche secondo per leggere la quantità netta e calcolare il prezzo effettivo per unità di misura. Potreste scoprire che il vero affare si nasconde altrove, magari proprio in quella confezione standard che avevate scartato a prima vista. La spesa consapevole non è solo una questione di risparmio economico, ma rappresenta un piccolo atto di resistenza quotidiana contro pratiche commerciali poco trasparenti.
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